Il petrolio rappresenta un problema per l’ambiente
e per la nostra salute poiché è responsabile direttamente
o indirettamente dell’inquinamento del nostro pianeta. A
tale riguardo, gli ecosistemi marini sono un bersaglio estremamente
sensibile; si stima che mediamente finiscano solamente nel Mediterraneo
circa seicentomila tonnellate di greggio ogni anno determinando
danni in tutti i livelli della rete trofica marina.

Principali fonti di inquinamento
I porti e le raffinerie costituiscono una causa
permanente di inquinamento, cui contribuiscono sensibilmente anche
i cantieri navali. Inoltre, le acque di scarico provenienti dal
lavaggio delle petroliere, eseguito spesso in prossimità
delle coste rappresenta una fonte importante di inquinamento da
idrocarburi. A tale proposito, si stima che lavorando e trasportando
petrolio finiscano nei mari circa 1.500.000 tonnellate all'anno.
Tuttavia, il pericolo più rilevante è rappresentato
dal traffico marittimo ed in particolare dal passaggio delle petroliere.
A tale riguardo, negli Stati Uniti nel 1990 venne emanata la legge
sull’inquinamento da petrolio (The Oil Pollution Act) in
seguito all'incidente della petroliera Exxon Valdez. Una delle
principali innovazioni presenti nell’atto è che tutte
le nuove petroliere devono essere costruite con un doppio scafo,
in modo che in caso di collisione, se anche lo scafo esterno viene
perforato, non si abbiano fuoriuscite di petrolio.
Effetti del petrolio sugli organismi viventi
Gli effetti del petrolio sugli organismi viventi
sono diversi e si manifestano in tutti i livelli della rete trofica
marina; gli idrocarburi, ad esempio, risultano tossici soprattutto
durante lo sviluppo larvale di molluschi e pesci provocando malformazioni
e blocco della crescita. I molluschi, inoltre, filtrando l’acqua
accumulano e concentrano nei tessuti le sostanze tossiche determinando
fenomeni di biomagnificazione. Il piumaggio degli uccelli marini
perde l’impermeabilità e il potere isolante.
I mammiferi marini presentano spesso infiammazioni cutanee, lesioni
agli occhi e cerebrali.

Processi di disquinamento
Generalmente, in condizioni ambientali favorevoli,
accade che la maggior parte del petrolio versato in mare si diluisca
naturalmente. Le acque marine, infatti, possiedono un’elevata
capacità autodepurativa; anche la degradazione microbica
e processi fotochimici contribuiscono alla eliminazione degli
idrocarburi.
Solo una piccola quantità di petrolio viene raccolta dall’uomo
attraverso diversi metodi. Ad esempio, nell'incidente della Exxon
Valdez, meno del 10% dell'olio versato è stato raccolto;
la quota restante venne dispersa dalle tempeste che imperversavano
nella regione. Tra i metodi adottati, quello più efficace
è certamente la rimozione fisica della chiazza di petrolio.
La prima fase di questo processo consiste nel contenimento della
chiazza stessa e, a tale riguardo, si utilizzano barriere galleggianti.