Liquido
oleoso, miscuglio di vari idrocarburi, formatosi dalla decomposizione
di resti organici, animali e vegetali, in ambiente marino a opera
di batteri anaerobi. L'industria petrolchimica, nata da alcuni
decenni, fornisce una gran quantità di prodotti. Si estrae
da pozzi in terraferma o in mare.
Il trasporto
Il petrolio dai pozzi viene trasportato direttamente
alle raffinerie o in grandi centri di raccolta vicini ai porti
per mezzo di grosse tubazioni d'acciaio (oleodotti). Dai centri
di raccolta viene quindi portato alle raffinerie di tutto il mondo,
mediante gigantesche navi petroliere.
Raffinerie
Sono costituite essenzialmente1) dalle cisterne
per lo stoccaggio (conservazioni in depositi del greggio)2) dalle
torri per la lavorazione;3) dalle cisterne per lo stoccaggio
dei prodotti raffinati.Questi tre reparti sono collegati tra
loro attraverso una rete di tubazioni così da garantire
una lavorazione a ciclo continuo. La lavorazione del petrolio
avviene nelle TORRE (o colonna) DI FRAZIONAMENTO, tramite un processo
di distillazione frazionata (in galassie topping).La distillazione
è un'operazione con la quale si riescono a separare i componenti
di un miscuglio (in questo caso il petrolio, che è una
miscela di centinaia di idrocarburi), sfruttando le loro differenti
temperature di ebolizione.La torre di frazionamento (alta circa
80m) è divisa in tanti "piani" costituiti da
grandi piatti di acciaio forati, ognuno dei quali viene mantenuto
a una differente temperatura.I prodotti ottenuti dalla distillazione
frazionata hanno proprietà che dipendono principalmente
dal loro peso specifico: nella parte alta della torre si raccolgono
quelli più leggeri, i gas, e nella parte bassa quelli più
pesanti, gli olii.Dalla lavorazione dei prodotti così
ottenuti si ottengono le molecole che permettono la produzione
delle materie plastiche.

Il petrolio in Italia
La presenza e lo sfruttamento del petrolio in Italia
è molto antico e risale certamente almeno ai tempi dei
Romani; l'estrazione organizzata al fine di una produzione regolare
di olio inizia dal 1860 sfruttando numerosi pozzi nelle vicinanze
delle manifestazioni naturali di fuoriuscita del liquido nell'Appennino
Settentrionale.Ma la stratigrafia e la geologia complessa di
questo settore degli Appennini non era ancora stata pienamente
studiata ed erano ancora irrisolte numerose problematiche, la
ricerca petrolifera quindi ebbe maggior sviluppo con il miglioramento
della tecnica estrattiva piuttosto che con l'individuazione e
sfruttamento di nuovi giacimenti. Infatti si registra un incremento
nelle tonnellate di olio estratte che passano dalle 1000 tonnellate
nel 1891, alle 10.000 nel 1911 e 20.000 nel '31.
Solamente nel 1940 fu disponibile il rilevamento
sismico a riflessione (metodo di ricerca che sfrutta le onde di
compressione, vedi terremoti) e nel 1944 si arrivò alla
prima importante scoperta del giacimento di Caviaga (vicino a
Lodi, conta 46 pozzi produttivi che estraggono metano puro per
il 97% e contenente idrocarburi superiori per il 2,2%;
Sono molteplici le zone di interesse petrolifero in Italia come
la Pianura Padana, studiata e sfruttata principalmente dall'AGIP
(Azienda Generale Italiana Petroli), che sotto la guida di E.Mattei
ottenne nel 1953 l'esclusiva di tutta l'area pianura Padana e
Veneta. Questo permise di operare una esplorazione organica e
rappresenta l'esempio migliore di una porzione di territorio nella
quale il progresso delle conoscenze geologiche e stratigrafiche
è del tutto dovuto alla ricerca petrolifera. All'interno
di quest'area (circa 52.000 Km quadrati, 1/6 di tutto il territorio
italiano) si sono individuate molte strutture interessanti come
giacimenti in roccia clastica e carbonatica con trappole di tipo
strutturale, stratigrafico e misto (vedi petrolio).
Sfruttamento del petrolio
Lo
sfruttamento dei primi giacimenti era legato all'individuazione
di manifestazioni petrolifere naturali e nella corretta interpretazione
del geologo sull'andamento delle strutture. Ancora oggi si basa
principalmente sempre sul lavoro del geologo che deve esaminare
la zona e effettuare gli opportuni rilevamenti; con il progresso
tecnologico, si sono affiancate al lavoro teorico del geologo
strumentazioni che forniscono ottimi indizi e informazioni per
una corretta valutazione finale della zona.Uno dei sistemi di
analisi sfruttati è il rilevamento magnetometrico che sfrutta
il magnetismo terrestre, e viene generalmente eseguito su regioni
piuttosto ampie di territorio. Infatti tutte le variazioni del
campo magnetico, dette anomalie magnetiche, che non sono imputabili
a cause naturali o artificiali, ad esempio alcune attività
industriali, sono causati da contrasti di suscettività
magnetica nelle rocce del sottosuolo. Le rocce che forniscono
questi contrasti sono soprattutto quelle magmatiche che generalmente
formano il substrato su cui poggiano successivamente quelle sedimentarie;
quest‘ ultime, per questo tipo di analisi, sono completamente
trascurabili.
Quindi
con questo strumento si cerca di stimare lo spessore di rocce
sedimentarie che si trova nel sottosuolo e quindi la possibilità
o meno che in questo punto si sia formato o meno del petrolio
e/o la presenza di un giacimento.Accanto a questa misurazione
viene effettuata anche quella gravimetrica che misura le variazioni
dell'accelerazioni di gravità, ossia le differenze di massa
delle rocce nel sottosuolo; il gravimetro è una bilancia
a molla estremamente sensibile alla quale è collegata una
massa costante, quindi le variazioni di peso misurate sono causate
da variazioni nella massa di terra sottostante, in pratica misura
la variazione di densità (quindi del peso specifico) delle
litologie che si trovano al di sotto del gravimetro stesso
In realtà questa misurazione necessita di numerose correzioni
poiché misurando la gravità, è influenzata
da molti fattori come la topografia della zona (se c'è
una montagna vicina, la massa di roccia di questa influenzerà
la misurazione), la latitudine (la terra non è una sfera
perfetta, anzi), le maree, la quota a cui si effettua la misurazione
e molte altre. Con questo sistema , si cercano quelle anomalie
di gravità (dette di Brouger) causate da fatti strutturali
di grande portata come le variazioni di spessore della crosta
o la presenza di un bacino colmato di rocce sedimentarie;