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Porto della Spezia
Il Porto della spezia
 

La storia

Liguri, Etruschi, Romani, Genovesi, Spagnoli, Francesi, nel susseguirsi dei secoli, hanno subito il fascino del golfo della Spezia. In effetti più che di un golfo ha l’aspetto di un ampio fiordo; la rada è profonda 4,6 Km e larga 3,2 Km e consente, in tutte le stagioni, lo svolgimento delle manovre navali in condizioni di particolare facilità.

Nel tempo è stato dibattuto se l’antico porto di Luni fosse nel golfo della Spezia o alle foci del Magra. È comunque certo che Luni fu terra dei Liguri Apuani, una popolazione che si fa risalire alle età del Ferro e del Bronzo e che era radicata in Lunigiana.

Intorno al VII secolo a.C., il Golfo fu conquistato dagli Etruschi, per poi essere riconquistato dai Liguri. Nel 299 a.C. Domizio Calvino sconfisse i Liguri, alleati dei Cartaginesi e dei Galli, e diede inizio alla dominazione di Roma. I Romani consideravano il golfo spezzino particolarmente adatto per concentrarvi le armate. Nel 215 a.C. il console Manlio Torquato, a capo della flotta romana, mosse guerra ai Sardi partendo dal golfo di Luni. Vent’anni dopo il console M. Porcio Catone lo scelse come base marittima per una spedizione militare in Spagna.

La guerra fra i Liguri ed i Romani durò circa 250 anni. Si ha notizia di riconquiste effettuate dai Liguri nel 193 e nel 185 a.C. La storia testimonia comunque che nel 177 a.C. i Romani fondarono sul mare, poco a sud del fiume Magra, la colonia di Luna, con duemila coloni ascritti alla tribù Galeria. La vita della grande colonia, presto abbellita di splendidi edifici pubblici e ricca grazie al commercio del marmo bianco delle Apuane, si svolge senza problemi fino al V secolo d.C., epoca in cui vi si stabilisce la sede della diocesi, con potere politico e amministrativo.

È nel IX-X secolo d.C. che inizia la crisi di Luni e delle sue istituzioni: le incursioni barbariche misero in ginocchio la popolazione e cancellarono la cultura della zona, per cui è presumibile che anche il suo porto perdesse le sue funzioni militari e commerciali. È all'incirca attribuibile a questo periodo il primo sorgere di un nucleo abitativo sulle alture collinari prospicenti il golfo della Spezia, senza poter ancora però parlare di connotazione portuale.

La Spezia era parte della podesteria di Carpena e passò ai Fieschi che la cedettero, nel 1256, al comune di Genova che stabilì il suo predominio militare e commerciale sul golfo, iniziandone lo sviluppo portuale. Con decreto del doge genovese Tomaso di Campo Fregoso del 1446 veniva vietato, al porto della Spezia e agli altri scali liguri, con esclusione di Genova, lo scarico di navi di grossa portata.

La sudditanza verso Genova portò a far scemare l’importanza del nostro porto dal punto di vista mercantile e ad accrescere l’importanza militare. Il 14 ottobre 1541 la flotta di Carlo V, re spagnolo, consistente di 70 galee, di cui 20 al comando di Andrea D’Oria, si concentrò nel porto spezzino per la spedizione di Algeri (guerra agli infedeli). Altra concentrazione di flotte si ebbe in occasione della crociata ispano-pontificia voluta dal papa Pio V a seguito dell’occupazione di Cipro da parte dei turchi ottomani che si concluse con la battaglia di Lepanto nel 1572. Nel 1808 Napoleone Bonaparte lo fece porto militare, con il proposito di costruire un Arsenale; ma nel 1814 il porto fu violato dalla flotta inglese che lo distrusse.

Il Conte di Cavour, dopo una breve visita alla Spezia, nel 1860 decise la costruzione del più grande Arsenale d’Italia. È da collocarsi pochi anni dopo la nascita del "moderno" porto mercantile. Inizialmente si colloca nell’attuale zona del Canaletto come sbocco naturale della piana di Migliarina destinata, in quel periodo a zona industriale. In effetti il Porto della Spezia fu riconosciuto come porto mercantile di prima classe e seconda categoria con Regio Decreto 30.7.1888 n. 5629.

Negli anni compresi fra il 1890 e il 1900 sono state realizzate la banchina Malaspina e il primo troncone del molo 1923. Tre anni più tardi nacque l’Azienda dei mezzi meccanici. Dopo la fine della seconda guerra mondiale fu necessario procedere all’opera di ricostruzione delle strutture pesantemente danneggiate. È storia di oggi l’istituzione dell’Autorità portuale.


Note Geografiche

L'ubicazione particolare del porto della Spezia — all'estremità di un profondo golfo, a sua volta ricco di minori insenature, orientato su un asse Nord-Ovest/Sud-Est — gli conferisce una connotazione di porto naturale come pochi altri. Protetto da una catena di monti all'intorno, esposto ai soli venti di scirocco (e parzialmente di tramontana), risulta naturalmente riparato da quelli più veementi di libeccio grazie al promontorio di Porto Venere e alle Isole Palmaria e Tino.

Un solo sbarramento all'imboccatura del golfo, la diga foranea, garantisce assoluta tranquillità alla rada spezzina e consente lo svolgimento delle manovre di ancoraggio, di accosto alle banchine, di ormeggio delle navi. La diga foranea, lunga 2210 metri, taglia il golfo alla sua imboccatura fra punta S.Maria, a ponente, e punta S.Teresa, a Levante, lasciando aperti, alle due estremità, due passaggi di 400 metri l'uno (a ponente) e 200 metri l'altro (a levante) per consentire l'accesso al porto delle navi mercantili e militari. La profondità della rada è di circa 4,6 Km mentre la sua larghezza si aggira mediamente sui 3,2 Km; uno specchio acqueo di circa 14,7 Kmq a disposizione per l'ancoraggio sicuro delle navi.


I Fondali

Dentro lo specchio acqueo del golfo, protetto dalla diga foranea, le isobate rivelano fondali che, per lo spazio interessato alle attività portuali, non scendono, in generale, sotto i sette metri, mentre nelle zone escavate per l'accesso e la manovra delle petroliere, due canali ed un'area di evoluzione, raggiungono una profondità di -11,50. Ciò corrisponde a possibilità di attracco di navi fino a 50-60.000 tsl, senza allibo. È previsto, in connessione con lo sviluppo futuro del porto, un ulteriore approfondimento dei fondali, nei bacini di nuova costruzione (fino a 13 metri in testa ai moli).


Il Clima

Dal punto di vista climatico, l'ubicazione del porto, la cinta collinare che lo racchiude, la stessa latitudine, conferiscono condizioni climatiche assai favorevoli a tutto il golfo ed agevolano quindi la vita e l'operatività delle strutture portuali. Le quinte montuose retrostanti, agiscono anche da barriera all'afflusso di aria fredda dalla Valle Padana, e dunque preservano, insieme all'afflusso mitigante del mare, particolari condizioni di mitezza del clima sulla costa. Quindi la temperatura, nel corso dell'anno, raramente scende sotto lo zero o sale sopra i 35° centigradi. Anche la nebbia è da annoverare fra i fenomeni del tutto eccezionali


Correnti e Maree

Né le correnti all'interno del golfo, né le maree costituiscono seria difficoltà alla regolare manovra delle navi. Le prime, derivazioni di quelle principali stabilite al largo, seguono la direzione Sud/Nord lungo la costa orientale e quella Nord/Sud lungo la costa occidentale, con velocità che non supera il nodo. Le seconde, con valori non superiori ai 0,4 metri alle sigizie e 0,3 metri alle quadrature, non pongono difficoltà od ostacoli particolari allo svolgimento delle attività portuali. Nell'insieme, dunque, condizioni ottimali per svolgere il complesso lavoro di ancoraggio in rada, accosto alle banchine e carico-scarico merci.


L.S.C.T.

Lo sporgente Fornelli, destinato al traffico specializzato in container, insieme alla banchina Ravano e parte della calata Artom, è gestito dal La Spezia Container Terminal per una superficie totale di oltre 260.000 mq. È il primo terminal nel Mediterraneo ad aver ottenuto la certificazione ISO 9002 Standard dal Lloyd's Register. È in grado di movimentare più di 700.000 teu all'anno, un terzo dei quali per ferrovia.


Il porto del futuro

Alla scadenza del primo quadriennio di attività degli organi ordinari dell’Autorità Portuale, dopo il biennio iniziale di gestione commissariale, può essere di un qualche interesse tentare un bilancio, dei risultati conseguiti, con qualche proiezione sul futuro. Oggi operano in porto ben 22 imprese, di cui 12 concessionarie/terminaliste. La capacità di cogliere tempestivamente le opportunità, di programmare e, quindi, di fissare dei programmi ed attivarsi per il loro conseguimento, è stata caratteristica costante dell’”agire” degli Organi dell’Autorità.
La formulazione, già all’inizio dei primi mesi del ’95 del 1° Piano Operativo Triennale e le successive intese con le istituzioni locali sulla vocazione portuale della città, hanno consentito di avviare, in poco tempo, un ampio programma di ammodernamento delle vecchie infrastrutture portuali e di sviluppo delle nuove. In questo processo il rapporto dialettico è stato laborioso: l’esigenza di correlare la pianificazione portuale con il Piano Territoriale di Coordinamento ed il Piano Urbanistico Comunale ha determinato l’esigenza di approfondimenti su come “dovrebbe essere” e su “come potrà essere” il porto.

Il disegno delle linee del Piano Regolatore Portuale, ha consentito di prevedere nuove funzioni dedicate al traffico passeggeri nella zona più antica del porto resa accessibile ai cittadini.
Per converso è stata garantita l’esistenza stessa dello scalo negli anni a venire, prevedendo, a favore dei traffici, strutture dimensionate alle reali esigenze di quegli operatori dello shipping che si fidano del porto spezzino. Tra queste l’ampliamento del Terminal Ravano, della Calata Malaspina e del Molo Garibaldi e, come opere di PRP, l’estensione a levante dei banchinamenti

La realizzazione della rete telematica del porto è occasione di pregio che offre agli operatori e alla clientela un moderno strumento ad avanzata tecnologia, sia per lo snellimento delle pratiche doganali, sia per la logistica del trasporto su strada. Il sistema di videocontrollo del porto garantisce maggior sicurezza alle navi in arrivo e in partenza. L’accresciuta attenzione ai problemi della sicurezza, l’adozione di misure per diminuire l’impatto ambientale causato dai rumori e dalle polveri che fatalmente si originano dall’attività commerciale del porto, sono il risultato della costante attenzione dell’Autorità Portuale allo sviluppo sostenibile dei traffici.